Bremer: "Come si ferma Ibra? Anticipandolo!". Poi sui suoi idoli...

9 Aprile 2022
- Di
Arianna Botticelli
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Tempo di lettura: 2 minuti

BREMER INTERVISTA TORINO MILAN - Queste le parole di Gleison Bremer, difensore del Torino, intervistato da DAZN sul prossimo match contro il Milan, ma anche sugli attaccanti più forti della Serie A da marcare, tra i quali Ibrahimovic e Osimhen.

Torino, l'intervista a Gleison Bremer

"Tra la difesa a 3 e quella a 4 preferisco quella a 3 perché è la linea con la quale mi sono consacrato. Per quanto mi riguarda ho imparato a usare la testa in campo, non è una dote naturale. Bisogna capire quando scappare e quando è il momento di andare: non si gioca soltanto attraverso la forza, intercettando a marcando. E’ più complesso di così. E poi va conosciuto bene l’avversario: se è veloce non posso stargli sempre attaccato perché se mi fa un movimento corto-lungo sono morto. Se l’attaccante è più lento invece gli sto sempre attaccato e gioco subito sull’anticipo".

Come si marcano Ibrahimovic e Osimhen

"A Ibra stai attaccato per provare ad anticiparlo perché è troppo grosso e sa usare bene il corpo, mentre non è veloce e non attacca la profondità. Al contrario uno come Osimhen, che è velocissimo, attacca la profondità e con lui devi rimanere sempre a 3-4 metri di distanza, devi scappare sempre. A lui non piace la palla addosso, vuole essere lanciato nello spazio. E se lo attacca diventa devastante".

I giocatori a cui si ispira

"Mi è sempre piaciuto Lucio, ma tra i contemporanei chi è veramente forte è Van Dijk. Ha sofferto un po’ l’infortunio (rottura del legamento crociato in uno scontro con Jordan Pickford il 17 ottobre del 2020, ndr), però ha tutto: fisico, palleggio, senso della posizione. Tra chi gioca in Italia dico invece Koulibaly, è un altro difensore davvero forte".

Sulla fiducia che hanno nei suoi confronti i compagni

"Questo è un errore che fanno loro perché tutti sbagliamo. Però dobbiamo conoscere l'avversario, quindi se lui è veloce io non posso stargli sempre attaccato perché se lui mi fa un corto-lungo, sono morto. Se è uno lento e io sono più veloce allora gli sto sempre attaccato e posso restare subito sull'anticipo".

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