Karamoh: "Stavo male quando sono arrivato giovane all'Inter e non giocavo"

19 Aprile 2023
- Di
Viola Meacci
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Yann Karamoh cammina in campo
Tempo di lettura: 2 minuti

KARAMOH TORINO INTERVISTA STORIA - Per Ivan Juric è ancora un soggetto non ben identificato, ma tutte le volte che c'è stato bisogno di lui si è sempre fatto trovare pronto. I canali ufficilali del club granata hanno raccolto un'intervista di Yann Karamoh, per aiutare i tifosi a conoscere meglio la sua storia. Ecco le sue parole rilasciate a Torino Channel.

Karamoh si racconta, l'intervista al giocatore del Torino

"Ho cominciato a sei/sette anni, anche se volevo suonare il piano ma non c'era più posto nella scuola di musica. Poco dopo ho cominciato con il calcio. Tra gli altri sport mi piace il basket, da piccolo ho praticato anche la pallamano e non disdegno il bowling.

Mio figlio ha 4 anni. Abita in Francia ma quando può mi guarda sempre in tv. Quando segnerò nella prossima esultanza scrollerò le treccine per lui, è un gioco che facciamo spesso. Sì, mi piacerebbe facesse anche lui il calciatore, ma adesso è ancora presto".

Il momento più emozionante con la maglia granata

"Il gol di Adopo a Milano, siamo entrati tutti in campo a festeggiare. Abbiamo fatto gol, siamo andati ai quarti di finale di Coppa Italia, vincendo contro una squadra forte”.

Sull'infortunio

"Ho vissuto male quel periodo perché volevo giocare anche contro il Lecce e contro il Napoli. E' stata dura a livello psicologico ma adesso sto bene”.

Il rapporto con i ccompagni di squadra

"Singo è un tipo che parla poco, mentre con Gravillon ho legato subito, considerando che siamo stati insieme all’Inter. Sto bene anche con Miranchuk, mi piace il suo stille, come si veste, mi fa divertire”.

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La scelta di Nazionale

"La scelta è stata naturale. Per me era fantastico avere l’opportunità di giocare un Europeo o un Mondiale. La Costa d’Avorio non mi ha mai chiamato, la Francia sì. Anche se sono consapevole che ci sono tanti campioni nella Francia, quindi è difficile trovare spazio”.

Un commento sulla Serie A

"Stavo male quando sono arrivato giovane all'Inter e non giocavo. Ora ho capito più cose. Ai giovani adesso dico che si può aspettare, che bisogna rimanere concentrati sul gioco senza pensare di dover essere in campo sempre”.

La posizione in campo

"Fino a 17 anni ho giocato mezzala, poi l’allenatore mi ha dato piena libertà di azione. Sono uno che attacca gli spazi, che cerca il dribbling e vuole segnare. A sinistra o destra non fa differenza".

Su Juric

"Se dai il massimo puoi arrivare al cielo. Grazie ai suoi consiglio sono maturato rispetto ai tempi di Parma. Se sono pronto per il salto di qualità? Lo sono grazie all'essere più maturo, capire meglio cosa devo fare in azione".

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